A volte, nella mia vita professionale, capitano delle cose che riescono a lasciarmi ancora basito ed interdetto…

Sto lavorando per conto di un ente della Presidenza del Consiglio ad una rilevazione di dati da effettuare in pubbliche amministrazioni locali e centrali. Lo scopo della rilevazione è quello di definire il livello di penetrazione di alcune metodologie operative e, per effettuare la rilevazione, è stato usato un banale questionario on-line.

Dando uno sguardo ai primi risultati, ho notato che su un paio di centinaia di questionari compilati, ricorreva per circa un centinaio di volte (traduco: il 50% dei casi), nell’indirizzo e-mail al quale spedire la password per l’attivazione dell’acconto, l’e-mail del nostro operatore dell’help desk.

Risposta alla mia domanda di chiarimenti da parte del volenteroso operatore: “Nei casi in cui ho inserito la mia password sono stato io, su richiesta dell’ente X, a compilare il questionario, con il funzionario dell’ente al telefono, oppure a partire da una copia del questionario inviata per FAX o per e-Mail“.

In sostanza, i solerti funzionari non erano in grado (o non avevano voglia) di compilare un questionario on-line, ed hanno ripiegato sulla “compilazione telefonica” o sull’invio di un FAX.

Mi chiedo se il nostro “illuminato” Ministro, quando parla di Innovazione nella Pubblica Amministrazione, (con tutte le iniziali maiuscole) sappia a che realtà si riferisce…

.s.e.

PS: Per concludere in bellezza, leggete anche questo post