heisenberg.pngTutti di ritorno a casa al termine del primo Barcamp romano, il RomeCamp. Questo è il tema dei messaggi che viaggiano in Twitter da ieri sera (ok, avete vinto, lo ho installato. Ora però quelli che mi hanno convinto, mi aggiungano ai contatti!). Il BarCamp romano c’è stato, ed è finito. Tanti e simpatici i partecipanti. Quanto alle partecipant(esse) delle quali qualcuno ha parlato in un post di giorni fa, si è lavorato su un principio di qualità più che di quantità…

Molte le relazioni, e alcune molto interessanti. Alla fine ho preferito defilarmi, trovando più divertente girovagare da una sala all’altra che non preparare il mio intervento…

Lascio ad altri, più “barcampisti” di me, la telecronaca puntuale dell’evento, e mi limito a qualche considerazione…

Il clima. Come ho già detto di persona (credo ripetendomi ossessivamente, scusatemi…), ho respirato al Linux Club un’aria che non respiravo dai raduni che si facevano un decennio quindici anni fa, quando si parlava di BBS, di BlueBoxing, di NUI e di NUA (chi si ricorda almeno tre termini sui quattro citati vince una cena). Un fermento ed una vivezza che avevo dimenticato. E di questo non posso che ringraziare il Blog e la blogosfera, che a dire il vero mi hanno fatto ritrovare un entusiasmo nella ricerca del nuovo che avevo perso da tempo.

La qualità degli interventi. Come accennavo già a Antonio “live”, la qualità degli interventi è stata mediamente più alta di quella di consessi ben più paludati. Il livello di noia è stato pressochè nullo, cosa assolutamente inedita nei “convegni” ai quali a volte “tocca” partecipare. Un po’ sarà la formula, un po’ il clima, un po’ i partecipanti. Il risultato è comunque ottimo.

I voli pindarici della stampa. Leggete l’articolo su Repubblica e capirete cosa intendo… ahimè…

L’autoreferenzialità (non poteva mancare). Il tema torna sempre a galla e a riesumarlo, stavolta, è stato il bravo Vittorio Pasteris con un intervento interessante, forse a volte un po’ sopra le righe (ma fa parte della simpatia del personaggio). Non capisco perchè ci si stupisca del fatto che “i blog parlano di blog che parlano di blog“. A farlo, infatti, sono i blog di quelli che si occupano di comunicazione, e oggi il tema dei blog, per chi si occupa di comunicazione, è centrale. Tutto sommato la parte di blogosfera che discetta di se stessa è limitata, se confrontata con la blogosfera nella sua interezza. L’incidenza dell’argomento, quindi, mi sembra decisamente residuale! Se a questo aggiungiamo poi che secondo il buon vecchio Heisenberg (grazie Tony!) l’osservazione di un fenomeno non può che alterarlo, e che il fenomeno è rappresentato da noi che parliamo di cose che facciamo noi, un po’ di onanistica confusione mi sembra sacrosanta… Scherzi a parte, che un Network professionale discuta dell’argomento oggetto del proprio interesse professionale mi sembra sacrosanto, ovvio, scontato e – oltretutto – positivo. Nei blog sui cani si parla di cani, nei blog sulla politica si parla di politica. Nei blog sui blog si parla di blog. Ma va?

I badge con i nomi. Dovremmo trovare un modo diverso per appenderli, o usare laccetti più corti. Inevidabilmente ci si salutava guardandosi la pancia invece che la faccia, cercando di capire con chi si stesse parlando. Non è carino…

Vecchi e nuovi amici, e le loro facce. Ovviamente è stata una buona occasione per incontrare (vecchi) amici, ad alcuni dei quali è stato dato finalmente un volto. Lele non ho avuto modo di salutarlo perchè quando siamo andati via stava tenendo banco, Marco mi è sparito sotto gli occhi, Giovy ci ha abbandonato dopo averci gentilmente ricondotto alla mia macchina, ma visto che era in fitta conversazione lo abbiamo perso di vista ad un senso unico e lui non se ne è accorto. Antonio e Cristian spero siano abbastanza coraggiosi (o incoscienti) da accettare ancora passaggi con me al volante. Svaroschi è in parte colpevole della mia conversione a Twitter. Gaspar è stato una scoperta assoluta. Alessio mi ha tirato su il morale con il suo …sano ottimismo! :-). Luciano mi ha detto che son stato provocatorio… Io?? ma quando mai!
Naturalmente ringrazio Antonio, che ha avuto la perversa idea di intervistarmi, e l’impagabile Luca, che mi ha guardato male quando ho provato a disertare la cena che si è rivelata poi uno spasso, dal cameriere in poi (e chi c’era sa a cosa mi riferisco…).

E naturalmente saluto tutti gli altri!