coda.jpgSi domanda, il buon Massimo, come mai i blog italiani abbiano al più “poche migliaia” di lettori. Gli risponde Mauro, dicendo che migliaia di lettori non sono pochi.

E secondo me ha ragione da vendere.

Se scrivo su un blog è perchè vedo e voglio i vantaggi dello stare nella coda lunga, nella quale – da qualche mese – mi trovo oltremodo bene. Penso di essere un discreto osservatore del mondo dei media, e – anche banalmente guardando ai log del mio blog – so come far lievitare le visite. Qualche post riferito all’attualità, tette culi nani e ballerine, e le visite salgono, salgono, salgono.

Ma non mi interessa. Non mi interessa che il mio blog faccia 1.000 visite o 10.000, non mi interessa se non entrerò mai nell’empireo dei siti più letti. Non mi occupo di gossip, non mi occupo di politica, non mi occupo di attualità. Mi interessa un settore di nicchia. E questo vuol dire che scrivo di cose che non interessano al 99% della popolazione. Il che equivale a dire che il 99% della popolazione non è interessato a visitare il mio blog. E con questo?

Quando voglio esser letto scrivo sui giornali, e di solito trovo qualche incosciente pronto a pubblicarmi. Lo ho fatto per anni. Ma oggi mi da molta più soddisfazione l’esser letto da quelle poche, pochissime persone che stimo, e che stanno come me a loro agio alla fine di quella coda lunga lunga lunga. I blog non sono giornali, e cercare nei blog la platea dei giornali non è uno sport che fa per me.

Scrivere su un blog come i nostri (il mio, e quello di molti di coloro che stanno leggendo questo post) vuol dire conoscere – mentre si scrive – i volti di chi ci leggerà, e magari cercarli nella finestra del MyBlogLog, o nei meandri dei commenti. Vuol dire parlare tra amici, perchè, come ho detto altre volte, i blog sono conversazioni.

E se si è in tanti, non si conversa, al limite si fa (o si subisce) una conferenza. O no?

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