Se questa notizia è vera, questo signore è un imbecille o, nella migliore delle ipotesi, un ignorante.
Soltanto chi non sa di cosa parla, infatti, può pensare di impedire attraverso una procedura automatica l’accesso ad informazioni on-line potenzialmente pericolose ed utilizzabili a scopi terroristici.
Non si tratta, come in altri casi (parimenti inefficaci, peraltro), di inibire l’accesso ad un sito, ma ad una intera categoria di informazioni, in un modo che farebbe impallidire la Cina. Le mie impressioni sull’incapacità degli analisti che si occupano di terrorismo temo debbano spostarsi anche verso i politici che ne parlano.

“I do intend to carry out a clear exploring exercise with the private sector – afferma il pernicioso Frattini – on how it is possible to use technology to prevent people from using or searching dangerous words like bomb, kill, genocide or terrorism”.

Meno male che poi specifica magnanimo che:

“there would be no bar on opinion, analysis or historical information but operational instructions useful to terrorists should be blocked”.

Ma la frase più infida e pericolosa è questa:

“The right balance, in my view, is to give priority to the protection of absolute rights and, first of all, right to life”

E quindi, in ultima analisi, ben venga la vita in uno Stato di Polizia, se questo ci garantisce contro i possibili rischi del terrorismo, che è lo spauracchio di turno per far bere all’opinione pubblica quest’overdose di idiozie.
E quindi è giusto censurare internet, e perchè no magari i giornali, e la TV, se questo serve per garantire quel diritto assoluto che è il diritto alla vita.
E quindi è giusto anche impedire gli assembramenti di più di tre persone, perchè queste potrebbero cospirare pianificando atti di terrorismo.
E quindi…

(Via Aghost)
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