Questa settimana nella mia rubrica su ePolis parlo del contrastato articolo 609-undecies del pacchetto sicurezza… Questa è la mia opinione, voi che ne pensate?

“Chiunque, allo scopo di abusare o sfruttare sessualmente un minore di anni sedici, intrattiene con lui, anche attraverso l’utilizzazione della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione, una relazione tale da sedurlo, ingannarlo e comunque carpirne la fiducia, è punito con la reclusione da uno a tre anni”.

È questa l’ultima versione del tormentato art. 609-undecies del pacchetto sicurezza, che nella sostanza introduce il reato di adescamento di minorenne on-line. Quasi unanimi i consensi sullo spirito della norma, un po’ meno quelli relativi al come essa è stata articolata. Se “chiunque” vuol dire davvero “chiunque”, considerato che le ricerche ci dicono che oggi molti giovani si conoscono (e si fidanzano) proprio in chat, potremmo ritrovarci con migliaia di minori …indagati di adescamento di minore.

Per non parlare del “carpirne la fiducia”, che prefigura dei veri e propri processi alle intenzioni, un po’ come nella polizia precrimine del film Minority Report.

Ancora una volta, i problemi che emergono nel tentativo di normare i fatti della rete dimostrano quanto sia facile, su un principio giusto, creare regole dal sapore giustizialista. Ancora una volta, per risolvere un problema reale, si prefigura all’orizzonte una soluzione inattuabile. Ancora una volta si ha la triste impressione che spesso i nostri legislatori si trovino a legiferare su problemi che non conoscono.

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